2023, l’Italia n.1 mondiale per l’export dell’arredo di qualità

15/03/24 - 2 minuti di lettura

L’export del sistema casa italiano, nel suo complesso, anche nel 2023 ha mantenuto le posizioni, rispetto al periodo ante-Covid, e perde solo rispetto a quello che viene considerato un biennio di eccezionali e irripetibili risultati, quello del 2020-2022. Ma con una sorpresa, che siamo in grado di rivelare grazie ad una ricerca condotta da Studiabo, secondo la quale nel 2023 l’Italia, con 6,8 miliardi di euro, si è attestata al primo posto mondiale per le esportazioni del Sistema Arredo delle fasce di prezzo Premium (Alta+Medio/Alta), precedendo, nell’ordine, Vietnam, Germania e Cina. “Sta pertanto proseguendo il processo di upgrading qualitativo delle esportazioni italiane di Sistema Arredo-dichiara infatti Marcello Antonioni, socio e amministratore di studia Bo- che, a partire dalla recessione del 2008 ad oggi, ha visto le vendite di fascia alta di prezzo/qualità passare da una quota minoritaria del18.5 per cento ad una ampiamente maggioritaria de 41.2 per cento  (pre-consuntivo 2023) del totale esportato”. E, come evidenzia il grafico n.1, nel 2023 le esportazioni italiane di Sistema Arredo hanno saputo mantenersi su valori di massimo storico (9.3 miliardi di euro), grazie proprio al contributo fortemente positivo delle vendite Premium.
“In particolare-prosegue sempre la ricerca, basata sul Sistema Informativo ExportPlanning, l’anno scorso l’export italiano di Sistema Arredo di fascia Alta di prezzo/qualità è aumentato di circa 1.1 miliardi di euro (+40% rispetto al 2022), a fronte – invece – di un calo di oltre 1.2 miliardi di euro dei flussi delle fasce medio-basse di prezzo/qualità”. Questi straordinari risultati riguardano un anno, quello appena trascorso, nel quale la media della domanda mondiale di mobili ha registrato una flessione di circa 10 punti in valore in euro (a prezzi costanti  12,3 per cento). “E, allo stesso tempo, le esportazioni italiane del segmento hanno saputo limitare le penalizzazioni del contesto di domanda, chiudendo l’anno con una riduzione dell’1.5% nei valori in euro, grazie alla forte crescita dei flussi delle fasce di prezzo/qualità più elevate del 19.7 per cento.

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