Ariston Group, una vera multinazionale, italiana, che investe il 4% in R&D

23/12/24 - 6 minuti di lettura

L’industria italiana degli apparecchi termici, secondo le rilevazioni statistiche relative al 2024, comunicate di recente da Assotermica, ha chiuso un anno difficile, con un forte calo delle vendite degli apparecchi e delle tecnologie di energia rinnovabile, con una tenuta invece per le caldaie murali, e una crescita per i bruciatori e gli scaldacqua a gas. Il taglio degli incentivi, contenuto nella legge di bilancio del governo Meloni, alle caldaie a condensazione colpisce l’industria nazionale che risponde, tra l’altro, alle esigenze del mercato italiano tuttora basato sul riscaldamento gas. “Abbiamo preso male il taglio degli incentivi alle caldaie a condensazione” ha dichiarato Valentina D’Acunti, Capocomparto e capogruppo caldaie a gas residenziali– Si tratta di una decisione che va contro l’industria italiana, e che dimostra poca visione e ancora meno strategia. L’Italia è ancora un paese basato sul gas, non si può prescindere dalle specificità e dalle esigenze del Paese. L’eliminazione degli incentivi alle caldaie a condensazione avrà un effetto boomerang sugli obiettivi di efficientamento energetico, sull’industria e sul sistema Paese”.

Ariston, la multinazionale italiana del comfort-Se è vero che il taglio degli incentivi ha colpito proprio il cuore produttivo stesso del settore, è anche vero che gran parte delle imprese ha intrapreso, come viene sottolineato da Assotermica, un approccio multitecnologico. E proprio su questo percorso che da anni si muove Ariston Group, una delle multinazionali italiane più dinamiche e internazionalizzate (ha fabbriche in 17 paesi) a forte vocazione e innovazione tecnologica (investe il 4 per cento del fatturato su asset materiali, R&D e digitalizzazione) e specializzata nella progettazione e nella realizzazione di una ampia gamma di apparecchi per il comfort termico, sia tradizionali che a energie alternative. Un settore quello degli apparecchi di riscaldamento tradizionale che è contraddistinto da una accentuata complessità industriale, che lo rende ben diverso dalla globalizzazione che contraddistingue ormai i devices elettrici ed elettronici per la casa. “Il nostro non è infatti un settore globalizzato come quello degli elettrodomestici-dichiara a Firstonline Cosimo Corsini, Head of Group Strategy di Ariston, che fa capo a Paolo Merloni, figlio del  fondatore Francesco, scomparso di recente-poiché deve rispondere a normative, protocolli  e anche a abitudini d’uso molto diversificati. Per esempio le saldature degli scaldacqua sono diverse per rispondere alle diverse pressioni dell’acqua, così come i condizionatori e le pompe di calore devono essere in grado di funzionare efficacemente nei più differenti climi. E anche ogni filiera della componentistica riflette, con le relative specializzazioni su misura, questa complessità”.

Sempre più internazionalizzata-L’escalation dei fatturati e dell’Ebit Adj del periodo 2021-2023, è particolarmente positiva (visti i tempi critici). Dai 1.978 milioni di euro dei ricavi e da un EBIT Adj di 203 milioni per il 2021, ai 2.378 milioni e ai 223 milioni Ebit Adj del 2022, sino ai 3.092 milioni del fatturato e ai 314 milioni Ebit Adj del 2023, con quote crescenti di export, il Gruppo risente solo quest’anno della perdurante crisi mondiale. La rapida internazionalizzazione è stata favorita anche da una lunga serie di acquisizioni di società di diversi paesi che hanno conferito importanti contributi alle già avanzate competenze multitasking dell’azienda marchigiana. Ed è accaduto anche per quella che probabilmente è stata la più importante acquisizione, l’operazione della tedesca Centrotec specializzata in soluzioni per il  riscaldamento, la ventilazione e il trattamento dell’aria e per la cogenerazione di energia e calore. “La Centrotec ci ha portato tecnologie per raggiungere l’obiettivo ormai centrale per l’intero settore, quello della decarbonizzazione. La nostra azienda è molto sensibile ai temi della sostenibilità e del risparmio energetico, un’esigenza fondamentale poiché il 40 per cento delle emissioni di Co2 proviene in Europa dagli edifici-sottolinea Corsini-le nostre tecnologie devono dare calore e energia in maniera sempre più efficiente”. Il Gruppo ha una consolidata specializzazione nella caldaie a condensazione, una tecnologia considerata tradizionale. Come è riuscito a diventare un leader a livello mondiale? “cercando di trasferire agli edifici energia e calore con tecnologie che consentono notevoli e crescenti risparmi. Da tempo ci eravamo preparati per la sostituzione delle vecchie caldaie con quelle a condensazione che danno un rendimento del 98 per cento. E la serie One+NET è già pronta per funzionare con miscele di idrogeno fino al 20 per cento. Con le  pompe di calore si va ben oltre, sino al 300 per cento. E anche qui siamo presenti. Oggi Ariston è diventata uno dei player mondiali nel riscaldamento, in un settore che vede giganti come Bosch, Vaillant  o Atlantique”.

Dalle caldaie alle pompe di calore- E se il gruppo mantiene saldo il suo primato mondiale nella tradizionale tecnologia degli scaldacqua, oggi è uno dei protagonisti nel settore delle pompe di calore dove si misura con competitor giganti e con quelli che oggi dominano il mercato, i cinesi. Grande merito del Gruppo è di avere innovato la gamma dei suoi sistemi ma ancor più di averlo fatto mantenendo con grande coraggio l’head quarter in Italia, nelle Marche. Proprio ad Albacina sorge la fabbrica delle pompe di calore. “Abbiamo fatto importanti investimenti per avere qui le linee di produzione top di gamma e a questo ha dato un vantaggio competitivo il fatto di aver acquisito le expertise dell’azienda tedesca che è stata la prima a introdurre in Europa le pompe di calore ”. La competizione è però sempre più aspra, spesso in dumping. Dunque come si riesce dall’Italia a reggere confronti così difficili? “Investendo molto anche nei rapporti con i nostri partner, gli installatori”. Compito molto difficile perché è noto anche a chi non conosce questo settore, che in Italia la categoria degli installatori non sembra mostrare elevati livelli di qualificazione professionale…..”Un altro vantaggio competitivo del gruppo è infatti aver investito e investire molte risorse per fare formazione. Così oggi un ambito al quale dedichiamo grande  attenzione proprio per la qualificazione dei nostri partner è la connettività” La connettività dei devices oggi è però diventata soprattutto uno strumento di marketing. Come viene interpretata da Ariston? “Quella che noi applichiamo è la connettività predittiva, soprattutto per il servizio Assistenza, con l’obiettivo di non spostare o di spostare il meno possibile i tecnici, gestendo da remoto gli apparecchi anticipando e prevenendo i problemi. E questo ci consentirà anche di insegnare all’utente un uso consapevole, di avvisarlo per esempio se l’apparecchio rivela consumi eccessivi. E l’App che consente la connettività è stata accolta molto favorevolmente perché considerata facile da usare”. Non abbiamo toccato un argomento molto sensibile oggi, quello riguardante il design. “Ariston pone sempre un’attenzione particolare al tema del design dei propri prodotti-risponde Corsini- Ad esempio, la gamma di scaldacqua elettrici Velis PRO  che è stata la novità del 2024, permette l’installazione multi-posizione, sia orizzontale che verticale. In più, grazie ai 27 cm di profondità, risulta essere il prodotto più sottile della sua categoria, ed è installabile agevolmente anche a scomparsa per favorire la massima versatilità”.

 

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