Federlegnoarredo: il design italiano mantiene i suoi primati

20/03/25 - 5 minuti di lettura

 

il Salone del Mobile, che, dal 8 al 13 aprile attirerà a Milano insieme al Fuorisalone, decine e decine di migliaia di visitatori , sta soffrendo per le crisi dei mercati mondiali e dai dazi promessi da Donald Trump al made in Europe e che già hanno colpito i mobili provenienti dalla Cina, dal Canada e dal Messico tradizionali esportatori di mobili verso gli  USA. Lo scopo di questa mossa di Trump è di riportare in America e più esattamente nello stato americano che è il maggior distretto dell’arredamento, il North Carolina. Anzi, il Presidente ne è convintissimo. Ma a smentirlo clamorosamente sono proprio i mobilieri americani.

I produttori del mobile Usa dipendono dai semilavorati cinesi-Shannon Williams, Ceo della Home Furnishings Association – che riunisce i produttori americani di arredamento-e che rappresenta un valore di mercato di oltre 150 miliardi di dollari dei quali circa 33 dall’estero, ha subito chiarito perché sarà un disastro rendere più cari i semilavorati che arrivano dall’Asia, dal Messico e dal Canada perché da questi dipendono gli 800 produttori di mobili rimasti in North Carolina.

Le nostre aziende restano in Cina-”  “Nessuno degli amministratori delegati dei maggiori produttori di mobili che hanno delocalizzato e che riforniscono gli Stati Uniti ha intenzione di riportare la produzione o l’assemblaggio negli Stati Uniti-ha aggiunto Williams-a causa delle tariffe sulle materie prime, sui componenti, degli elevati costi della manodopera e della mancanza di lavoratori impiegabili. Anzi, molte aziende  americane stanno trasferendo altrove la produzione per evitare i pesanti danni dei controdazi ”.

A rischio l’export in Usa?-Va sottolineato che il made in Italy della casa e dell’edilizia, dai rivestimenti al rubinetto, alle lampade, ai mobili, costituisce il 4 per cento di tutte le importazioni USA di questi settori. Quanto all’arredo, l’Italia con 1,8 miliardi di dollari è tra i primissimi fornitori degli Usa, dietro solo ai giganti asiatici, il Messico e il Canada e il primo paese europeo. E per le fasce medio-alte e alte del design manteniano un primato mondiale.

Feltrin, flettono vendite e export ma di poco-Nel 2024 il mercato interno italiano -secondo i preconsuntivi dell’Ufficio Studi di FederlegnoArredo- ha avuto un calo per l’intera filiera del legno-arredo del 3,5 per cento, mentre l’export ha registrato un -2,3 per cento. “Navighiamo per così dire a vista-ha dichiarato Claudio Feltrin, Presidente della associazione. E’ vero,  tra i consumatori c’è una riflessione sulle abitudini di acquisto, è indubbiamente un periodo di difficoltà economiche. Ma l’attrattività dei prodotti di alto livello dell’arredamento che fa parte delle tre “F” italiane di punta, Furniture, Food, Fashion, è intatta. Una flessione del 3,5 è da ritenersi comunque contenuta ed soprattutto dovuta alla riduzione degli incentivi. La produzione industriale del 2024 si discosta comunque di poco da quello del 2019”.

Ma l’export sale in Usa e nei Paesi Arabi-Lei stesso però ha dichiarato di recente che le crisi economiche di Germania e Francia e il possibile ingresso di prodotti cinesi nei nostri mercati come conseguenza della paventata introduzione dei dazi americani, siano variabili che metteranno a dura prova le aziende nei primi mesi del 2025. “Certo, ma a fronte del calo degli acquisti europei, l’intera filiera aumenta nel periodo gennaio-ottobre 2024 le sue vendite in Usa del 3,5 per cento e crescono a due cifre le esportazioni negli Emirati Arabi e nell’Arabia Saudita. In dettaglio, il macrosettore Arredamento flette di meno sia nelle vendite interne con un -2,8 per cento che nelle esportazioni con un -2,1 per cento.

Quale è il rischio dei dazi USA? “A causa dei dazi potremmo perdere quote di vendite, ma indirettamente, perché la Cina riverserà sull’Europa quel surplus di prodotti per la casa che non riuscirebbe più a vendere in Usa”. E Feltrin non si nasconde comunque il fatto che il lungo e impegnativo lavoro di preparazione della promozione e delle vendite in America dove cresce ormai da anni la richiesta di mobili italiani,venga compromesso da questi recenti cambiamenti geopolitici, con reazioni e controreazioni pericolose per i paesi esportatori come l’Italia.

“Dobbiamo rispondere più rapidamente”- “Dobbiamo sicuramente ricorrere ad un acceleratore dell’adeguamento delle nostre aziende a questi cambiamenti. E uno degli strumenti più utili è l’Intelligenza Artificiale che consente di accedere a dati, statistiche e informazioni molto velocemente, più agilmente, per sviluppare i prodotti in tempi più rapidi” E cita come un successo della manifattura europea  l’aver ottenuto in tempi rapidi dalla CE la necessaria semplificazione degli impianti regolatori riguardanti l’insieme di regolamenti contro la deforestazione che stava bloccando tutte le filiere industriali europee. l’European Deforestation-free products Regulation –EUDR- è stato rimandato.

Il Salone del Mobile? Imprescindibile per l’export- Le tensioni internazionali e le crisi dei consumi possono aver provocato defezioni da parte degli espositori e degli operatori? “No. Il Salone è il distillato mondiale del design, esercita una attrazione straordinaria, esporre nei padiglioni di Rho Fiera è la più potente chiave di accesso per il business del settore. Oggi più che mai, c’è bisogno di Salone del Mobile. Non dimentichiamo che i dati confermano che chi espone al Salone di Milano ha quote di esportazioni maggiori rispetto a chi non è presente”.

2025, quale è il sentiment?--I grandi nomi del design italiano che vanno forte in Nord America, non sembrano mostrarsi pessimisti, anche potrebbe già verificarsi un aumento degli ordini per il magazzeno, da parte di importatori, distributori e dal mondo del real estate americano per evitare i rincari indotti dai dazi. E poi, come risulta dalle direzioni dei flussi delle importazioni dall’Italia del sistema-casa, si tratta di settori  particolari, dove contano più di tutto l’esecuzione, i materiali, i requisiti di unicità e alto livello: le gated community orizzontali e verticali per alto spendenti, sia fuori che dentro le grandi città, il contract e in particolare l’alberghiero e l’hospitality ovvero il turismo Premium compresa anche la nautica.

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