Che cosa accadrà nei prossimi mesi in Europa nelle fabbriche di elettrodomestici, sempre più in crisi di ordinativi? Le vendite del trimestre finale del 2024 indicano una leggerissima ripresa ma, come abbiamo più volte sottolineato, questo si riflette solo in minima parte sulla difficilissima situazione . E ora vi riveliamo che cosa la CE ha deciso per quanto riguarda l’inserimento delle manifatture europee tra quelle strategiche, da proteggere, sostenere e promuovere. Purtropp0, ed è molto grave, condanna un milione di addetti dell’industria europea dei majaps ad un inevitabile declino, escludendola dal gruppo di manifatture strategiche. Ecco come e perchè.
“L’Europa non considera strategica la filiera degli elettrodomestici. A noi interessa che gli elettrodomestici costino sempre meno e non ci riguarda da dove arrivano”. Questa che, in sintesi, la dichiarazione di un alto funzionario della DG-Grow, che svolge anche un ruolo chiave nel gruppo di progetto del Clean Industrial Deal 2 guidato da Ursula von del Leryen che, nel selezionare le industrie europee come strategiche, ha escluso quella del bianco. Il C.I.D. prevede sin dal febbraio prossimo misure economiche estremamente importanti e vitali per supportare settori considerati chiave come l’auto, prima esclusa, la chimica, le batterie, l’acciaio eccetera. Escludere, come ha fatto il team-guida del Green Deal, presieduto congiuntamente da Teresa Ribera, StéphaneSéjourné e WopkeHoekstra, il comparto della tecnologia domestica che, con le sue superspecializzate filiere, conta 3.200 aziende, 1 milione di addetti, un valore diretto e indiretto aggiunto al Pil di oltre 78 miliardi euro, equivale in pratica una sua condanna con un inevitabile e rapido declino. I prodotti sempre più cheap e di qualità in discesa invaderanno ancora di più i mercati europei secondo il principio sempre valido che il prodotto pessimo scaccia –e lo sta facendo-quello buono. Ne deriverà, come sta accadendo, un rialzo notevole dei consumi poiché i necessari controlli sui reali valori delle etichette energetiche sono stati eliminati da tempo su pressione dell’Inghilterra, dei paesi baltici e del nord Europa che non hanno manifatture ma interessi fondamentali e forti investimenti nelle attività di importazione, trading e traffici logistici con l’Asia. Uno dei controlli davvero “strategici” sarebbe per esempio quello su chip che, all’atto di eventuali controlli, sono in grado di truccare i consumi facendoli sembrare più bassi di quelli dichiarati…..Saranno –e sono già- in crescita anche gli indici di difettosità e bassissimi livelli di servizio poiché la chiusura delle fabbriche, sia pur progressiva, produce sempre una perdita di tecnici, competenze e conoscenze. Che spiega come per esempio in Usa e anche in Europa il reshoring non riesca a decollare per questa diffusa desertificazione tecnologica e di expertise. L’industria europea degli elettrodomestici non avrà nessun aiuto, nessuna protezione conto la crescente pressione sui prezzi dei competitor asiatici. Paolo Falcioni direttore generale di Applia Europe ha espresso a più riprese e per tempo le forti preoccupazioni delle industrie europee (tra le quali anche quelle asiatiche che qui hanno hub industriali). “La Commissione ritiene che il settore degli elettrodomestici –è stata la dura e anche beffarda risposta del funzionario-non sia strategico e che dovrebbe concentrarsi sulle politiche di ecodesign ed economia circolare”. Insomma, investite da soli ancora di più in ecosostenibilità. Peccato che nemmeno questo venga richiesto da parte dei paesi del Nord Europa e dei paesi baltici alle industrie extra-europee che operano in dumping sempre più pesante. “Basta –affermano gli esponenti del DG-Grow– che ci mandino prodotti che costano poco”.