di SILVIA MARINONI.
Vico Magistretti era in metropolitana, a Milano, quando si trovò a immaginare la forma che doveva avere la lanterna di Jean Valjean, protagonista dei Miserabili di Victor Hugo. Un’idea improvvisa, uno schizzo sul retro del biglietto e una telefonata al suo assistente in studio: era il 1963 ed è così nacque Eclisse, una delle lampade icona del design italiano. Negli anni immediatamente successivi, quelli dell’era spaziale, dei primi passi sulla luna e della filmografia dedicata ai misteri dell’universo, Eclisse vide aumentare la propria popolarità proprio per quella sua forma che evoca, come dice il nome, un’eclissi di luna. Ma alla base del suo successo ci sono la scelta di una tecnologia semplice, non esasperata, e di una estetica basata su forme primarie. Il design italiano, appunto. Quello che è attorno a noi, tutti i giorni, e di cui spesso non percepiamo l’incredibile innovazione perchè ormai acquisito dagli oggetti che ci circondano.
Ecco perchè Eclisse, insieme ad altri oggetti che ci hanno cambiato la vita, in modo più o meno percepibile, sono stati scelti per fare parte della prima esposizione permanente dedicata al design italiano, che inaugura lunedì 8 aprile all’interno della Triennale di Milano. Un progetto fortemente voluto da Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, e da Joseph Grima, Direttore Museo del Design Italiano che intendono in questo modo creare un’istituzione capace di esplorare la storia del progetto industriale italiano dal 1946 al 1981, quello che ne ha reso il nostro paese punto di riferimento a livello mondiale. Un allestimento permanente con una selezione dei pezzi più iconici e rappresentativi del design italiano, parte dei 1.600 oggetti custoditi nel ricco archivio della Collezione di Triennale e che, in prospettiva, dovrebbe diventare un importante centro internazionale per il design nel corso del prossimo triennio. L’allestimento del Museo del Design Italiano è pensato per essere immersivo, per raccontare il progetto e non solo guardalo, capirlo ed entrare nella sua logica di funzionalità. Un allestimento tanto immersivo che inizia fin dalla consegna delle audioguide, realizzate su modello del telefono fisso richiudibile disegnato nel 1967 da Marco Zanuso e Richard Sapper: alzando la cornetta si può sentire il racconto di 25 designer che si sono prestati a spiegare la genesi di una propria creazione, interviste raccolte al telefono per un preciso volere di rendere omaggio a Vico Magistretti, proprio il padre di Eclisse, che raccontò così la sua filosofia: “A me piace il concept design, quello che è talmente chiaro che puoi anche non disegnarlo. Molti dei miei progetti li ho trasmessi al telefono”.