Dopo l’anno d’oro, il 2021, per le imprese della filiera Legno-Arredo che, con i suoi 49,3 miliardi di euro di fatturato (+25,5 per cento sul 2020 e +14 per cento sul 2019), vale il 4,7 per cento del fatturato della manifattura italiana, il 15 per cento del totale delle imprese nazionali e il 7,7 per cento degli addetti, stanno arrivando avvisaglie pesanti di crisi. Lo ha dichiarato con grande chiarezza il Presidente di FederlegnoArredo, FLA, Claudio Feltrin: in grande sintesi sta venendo a mancare la materia prima, il legno, senza il quale le industrie della filiera si fermano. Un problema che va ad aggiungersi al rialzo dei costi dei materiali, energetici e logistici, “Ci stiamo impoverendo della materia prima, il legno –afferma Feltrin-che proviene in gran parte dai territori direttamente o indirettamente interessati dal conflitto, per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro l’anno. Con l’ultimo pacchetto di sanzioni europee verso la Russia è vietato acquistare, importare o trasferire nell’Unione, direttamente o indirettamente, se sono originari della Russia o sono esportati dalla Russia, legno, carbone di legna e lavori di legno di qualsiasi specie legnosa, sia essa di latifoglie che di conifere (quindi non solo betulla). In altre parole tutto”. Le aziende del settore, grazie alle pressioni della Associazione, nel Dl Ucraina bis, ricorrendo agli ammortizzatori sociali, hanno potuto fortunatamente usufruire delll’esonero dal pagamento del contributo addizionale. Inoltre, la mancanza di materie prime è stata riconosciuta come requisito per accedere alla cassa integrazione ordinaria. Feltrin ha sottolineato che è urgente diminuire la nostra dipendenza dall’estero per quanto riguarda il legno ma che nel frattempo ci saranno conseguenze negative per quanto riguarda le attività produttive delle aziende della filiera. Va sottolineato, tra l’altro, che non si tratta soltanto dei comparti dell’arredamento ma anche di quelli molto grandi, di tutta la componentistica per l’edilizia senza la quale l’industria delle costruzioni si può bloccare. Perché il legno serve per i pannelli, gli imballaggi, i tetti, le porte, le finestre, i parquet e qualsiasi oggetto di legno destinato a realizzare esterni e interni rdegli edifici. E’ necessario diventare meno dipendenti dalle forniture estere (Russia, Bielorussia….) ma essendo queste decisive in termini quantitativi e qualitativi per i migliori prodotti del made in Italy, il danno è enorme. Anche perché, occorre parecchio tempo per sostituire almeno in parte queste forniture con una nostra produzione. E quanto ad altri fornitori cadiamo dalla padella nella brace (ma Roma non lo sanno): la logistica dalla Cina è bloccata da mesi e lo sarà parecchio ancora; il legno che arriva dal Brasile e dagli Usa ci costa molto molto di più di quello che arrivava dall’est Europa e dalla Russia.