Auguri Gaggia, simbolo del miglior made in Italy

20/09/18 - 2 minuti di lettura

 

 

Bentornata Gaggia. Dal 1930 è uno dei bei simboli delle tecnologie italiane. Eccellenze non solo di design, estetica, glamour ma soprattutto di tecnologie e saper fare tecnico, di mecatronica, di elettronica, fluidodinamica e, in generale, di altissima ingegneria. Piantiamola di discorrere troppo di fashion&design (design come forma). Gaggia e le altre aziende italiane industriali sono tra le più premiate e apprezzate realtà hi tech del mondo. C’è più sensoristica e software a I.A. in una lavatrice che in un pannello Oled. Basta chiederlo agli esperti. E nelle macchine Gaggia –come nelle altre espresso italiane-di altissima abilità tecnica ce ne è stata tanta perché nel giro di pochi anni quella che era una….broda amara chiamata caffè divenne una bevanda profumata, un capolavoro unico grazie a lavorazioni che hanno rivoluzionato tutto. Una di queste rivoluzioni è il brevetto Lampo di Gaggia (merito del fondatore Achille Gaggia) che cambiava totalmente l’estrazione del caffè dalla miscela tramite l’acqua calda a pressione anziché tramite il vapore. Comincia così la grande ascesa del brand milanese e la sua trionfale entrata nei bar italiani e quindi nei locali più trendy di tutto il mondo. Dopo altri brevetti e innovazioni che Gaggia studia insieme a soci e collaboratori, arriva il momento in cui negli 60 il design entra non solo nei bar ma anche nelle case e “Baby Gaggia” il sogno di Achille diventa realtà. Da Giuseppe de Goetzen, un designer visionario e precursore di tendenze e tecnologie oggi finalmente realizzate, a Makio Hasuike l’azienda diviene un simbolo di raffinatezza e tecnica italiane. Ideata con il designer giapponese Makio Hasuike, Baby Gaggia fu la prima macchina espresso in assoluto a essere prodotta su larga scala. Poi l’inevitabile concentrazione degli anni 90 porta Gaggia nel gruppo Saeco International Group di Sergio Zappella (un altro dei “grandi” del caffè!) che con il suo socio svizzero Arthur Shmed presenterà la prima macchina superautomatica domestica come vera versione per la casa di quella professionale. Dieci anni dopo nel 2009 il gruppo entra nell’orbita della  Royal Philips Electronics che, consapevole del valore aggiunto di due brand italiani di questo livello nell’ambito del caffè, investe in innovazione per proseguire il percorso del vero espresso, quello che Gaggia negli anni 30 aveva lanciato.

 

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