CON L’APP IL RUM CI TAGGA E CI PARLA

05/11/16 - 1 minuto di lettura

food24

di Paola Guidi

14 September 2016

 

State brindando con un cocktail al rum e avete uno smartphone? Occhio, perché potreste essere taggati. Il piccolissimo dispositivo (una microetichettina di prossimità) di cui son dotate le 40mila bottiglie del rhum Maliby di Pernod Ricard, in vendita in questi giorni in Inghilterra (poi nel resto dell’Europa) comincia a dare e a chiedere informazioni al bevitore attraverso lo smartphone. Niente App, niente QR code (finalmente) ma un “chippetto” che si attiva a cortissima distanza, ovviamente in Wi-Fi. Basta che abbia vicino uno smartphone. Secondo Jo Alexander, marketing manager di Malibu, “la bottiglia connessa fa parte della nostra campagna Because Summer, per entrare in sintonia con i giovani che amano far festa. Grazie alla geolocalizzazione il rum diventa un punto di contatto con i clienti e l’invio di foto, inviti, ricette di cocktail, indirizzi di bar di moda, dove servono il Malibu, consentirà di fidelizzarli all’azienda”.

A Barbados, con Google

Il lancio delle 40mila bottiglie di rum, tutte aromatizzate alla noce di cocco, di basso tenore alcolico, prevede un grande concorso fotografico al quale sono invitati a partecipare i clienti che possono inviare foto di località dove si trovano o sono stati. Grazie alla tecnologia di riconoscimento delle immagini di Google, tramite l’Api, interfaccia grafica residente su Cloud, le foto vengono riconosciute e classificate dall’Api secondo diversi temi. Il consumatore riceve un’immagine personalizzata che serve per partecipare al concorso. In palio sono anche previste numerose casse acustiche connesse. Ciascuna delle 40mila bottiglie diventa così un formidabile strumento promozionale con il cliente finale che tende a bypassare ogni intermediazione commerciale, secondo una tendenza crescente nell’ambito del food.

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