Flavio Pagani, uomo d’affari e di relazioni internazionali, rientrato dall’ Ucraina ed attualmente in Italia, continua ad inviarci brevi report dal fronte degli scontri tra russi e ucraini.
La principale e più sanguinosa battaglia in corso attualmente in Ucraina è quella di Mariupol, città di oltre 500.000 abitanti nella provincia di Donetsk, principale porto ucraino nel mar D’Azov e secondo porto del paese per volume di traffico dopo Odessa.
Raggiunta immediatamente nei primi giorni di guerra da nord dalle truppe dei separatisti della Repubblica di Donetsk e da sud dalle truppe russe avanzanti da sud dalla Crimea è completamente sotto assedio da oltre una settimana dopo l’accerchiamento completato con la conquista dei territori ad ovest e dove 400.000 abitanti si trovano senza acqua ed elettricità da giorni insieme a una forza militare ucraina, stimata inizialmente in 15.000 uomini, tra esercito regolare e milizie in cui si distinguono i gruppi neonazisti ucraini.
Tra i gruppi neonazisti ucraini più rilevanti vi sono il battaglione Azov ed il battaglione Aidar.
Azov ha una forza stimata di oltre 2.500 membri schierati insieme all’ esercito regolare ucraino con comandi reggimentali autonomi a Kiev, Berdiansk e Mariupol. Tra i suoi combattenti vi sono volontari che arrivano da Brasile, Italia, Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Canada, Grecia, Scandinavia, Spagna, Slovacchia, Repubblica Ceca, Croazia ed una cinquantina dalla Russia stessa. I cosiddetti volontari internazionali hanno operato in Ucraina, durante i precedenti 8 anni di guerra in Donbass, spesso facendo i cecchini sulla linea di contatto. Il nuovo afflusso di volontari o mercenari ha subito una pesante battuta d’arresto con il pesante bombardamento su campo di addestramento e transito vicino al confine polacco dove sembra che vi siano state oltre 180 vittime.
Conquistata Berdiansk dalle Forze Armate Russe, all’inizio delle operazioni militari, i militanti di Azov sono trincerati in Mariupol insieme a forze regolari ucraine. Aidar ha forze stimate in 4/500 uomini ed e’ sempre schierato nel Donbass, dove in questi giorni, secondo una dichiarazione, del ministero della Difesa russo, hanno sparato da un monastero a Nikolskoy, un villaggio della provincia di Donetsk, e hanno “tenuto circa 300 locali e monaci in ostaggio».
Questi gruppi operano inframmezzati l’esercito regolare ucraino dall’inizio della guerra in Donbass, 8 anni fa, funzionando come orientatori politici e motivatori per la guerra contro i russofoni in corso dalla rivolta di Maidan del 2014.
Nella battaglia in corso a Mariupol e combattimenti avvengono ormai casa per casa e sono sostenuti essenzialmente dalle truppe della repubblica di Donetsk, mentre le truppe Russe stanno agendo da forze di blocco e supporto aereo, di artiglieria e da ieri anche con bombardamenti dalle sue forze navali.
Sembra che le forze cecene tanto decantate non siano ancora intervenute nella zona.