Sette dei 20 incendi più costosi della storia della California-riferisce Bloomberg BusinessWeek- si sono verificati nel 2017 e nel 2018; l’anno scorso, la California ha speso 180 miliardi di dollari per combatterli. Più di 1,7 milioni di ettari sono stati bruciati quest’anno, secondo il Dipartimento della Silvicoltura della California, un’area più grande dello stato del Delaware. Data l’urgenza del problema, In California si stanno sperimentando tecnologie che mirano a prevedere e combattere questi megafire o addirittura prevenirli. Prima che i primi soccorritori colpissero la linea del fuoco, gli analisti di dati già pianificavano strategie e software in laboratori lontani per poter arrivare ad “una migliore comprensione di come il fuoco risponde al suo ambiente e come si comporta”, dice Rod Linn, un anziano scienziato presso il Los Alamos National Laboratory nel New Mexico.
30 anni per “capire” i megafire (inutilmente?)
Linn –riferisce Bloomberg- ha trascorso quasi tre decenni a collaborare con il Servizio forestale Usa su un programma di modellazione 3D per prevedere i percorsi degli incendi, sulla base dei dati del vento e della temperatura, la pendenza di una collina e la situazione degli edifici adiacenti e delle linee elettriche. Il loro progetto, Firetec, con un supercomputer difficile da gestire, si è evoluto nel corso degli anni in un software che può guidare i funzionari nel posizionamento di persone e attrezzature e impostare incendi controllati. “Il comportamento del fuoco è incentrato sul trasferimento di calore e sulla sua interazione con l’ecologia”, afferma Linn. Le autorità che utilizzano Firetec, compresi i servizi forestali francese e canadese, possono anche utilizzare il software per studiare i mega-dati del passato e applicare tale ricerca per mitigare i rischi futuri. Mentre i ricercatori dicono che le capacità di modellazione e previsione del programma sono migliorate costantemente, l’aumento delle temperature della California e il peggioramento della siccità stanno rendendo gli incendi più caldi, più letali, più aggressivi e meno prevedibili. Per essere più utile ai primi soccorritori, il software deve diventare molto più semplice, dice Carolyn Sieg, un’ecologista della Foresty’s Rocky Mountain Research Station che lavora a stretto contatto con Linn. L’agenzia ha iniziato a spendere una parte maggiore del suo budget da $ 2,6 miliardi su modelli più utili nelle battaglie quotidiane.
350mila organizzazioni contro il fuoco maldetto sempre più aggressivo
Mapbox Inc. e Intergraph Corp. sono tra le aziende che lavorano per ottimizzare e commercializzare il software di modellazione e previsione di incendi. Il gruppo Environmental Systems Research Institute Inc, Esri, ha 350.000 organizzazioni, tra cui agenzie federali, statali e locali, e utilizza il suo software proprietario per generare mappe del fuoco e previsioni del fumo tratte da immagini satellitari, social media e rapporti sul campo. In California, l’azienda aiuta a fornire mappe del traffico di fuoco e previsioni del fumo a 48 ore per il pubblico in generale. Per i vigili del fuoco e gli operatori sanitari di emergenza, le mappe geografiche di Esri, soprannominate GIS, raccolgono dati storici su incendi e meteo per migliorare il coordinamento, i piani di evacuazione e il monitoraggio del personale, aiutandoli a rimanere informati e al sicuro. “Per ogni grande incendio in cui viene inviato un team, vengono utilizzati i nostri strumenti”, afferma Russ Johnson, direttore delle soluzioni di sicurezza pubblica e sicurezza nazionale di Esri. Un veterano di 30 anni del Servizio Forestale, usava marcare vecchie carte geografiche federali per cercare di tenere gli incendi nella foresta nazionale di San Bernardino in California. “È difficile avere una buona conoscenza della situazione senza questi strumenti”, afferma Johnson.
Ma la sfida vincente, se è possibile ipotizzare una “vittoria” contro i megafire, è fare in modo che il software diventi abbastanza semplice da uscire da un centro di comando e in prima linea da un incendio. Ma la lentezza della connettività di rete –molto frequente negli Usa nettamente meno connessi dei paesi europei- è un serio ostacolo a tale obiettivo. Questi problemi richiedono soluzioni, e in fretta. Mentre i megafire- conclude Bloomberg- diventano parte della vita dei californiani, i primi soccorritori hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile. E nel frattempo, di fronte a dispiegamenti così ingenti di scienziati, tecnici e volontari e di risorse finanziarie c’è ancora qualcuno che, in assoluta malafede, nega l’influenza preponderante e scatenante dei cambiamenti climatici sui megafire. Non è solo malafede, è ignoranza voluta di quanto le tecnologie applicate bene e sostenute costantemente con continue prove sul campo, possano salvare interi stati e migliaia di persone. O, perlomeno, contenere le immani conseguenze di questi “nuovi” cataclismi.