Il finanziamento di 4,5 miliardi di euro, stanziato dal governo Draghi che avrebbe dovuto, tra l’altro, sostenere l’automotive in una pesantissima caduta dei consumi, è stato decurtato del 80 per cento in maniera brusca, facendo saltare il tavolo delle trattative tra Stellantis, sindacati e il ministro Giorgetti. Il taglio è stato così pesante ma anche in parte inatteso che ha costretto (si fa per dire, aspettavano solo l’incauta fretta del ministro) i francesi ad alzarsi e ad andare via insieme a John Elkann. Gli ha dato l’alibi, ai francesi, di farlo quasi con sollievo per liquidare quel che resta della presenza in Italia e sui mercati dell’ex FCA-FIAT. Elkann peraltro –e lo affermano fonti assai vicine alla famiglia- avrebbe voluto proseguire poiché intendeva tener fede alla promessa fatta di non lasciare assolutamente l’Italia. Cercando quindi di proseguire una trattativa per evitare il taglio. In realtà lo brutale e improvvisa mossa del Giorgetti ha lasciato interdetti tutti, a partire dai sindacati estremamente preoccupati. Ed ecco la dichiarazione di Gianluca Ficco segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, “Dobbiamo riprendere il confronto con il Governo e con Stellantis, per metterefine alle sterili polemiche e per provare davvero a salvare il settore automotive.Chiediamo la convocazione di un tavolo presso la Presidenza del Consiglio,giacché quello aperto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy si è rivelatonon solo improduttivo, ma addirittura controproducente”. Così Gianluca Ficco, si è espresso alla audizione parlamentare presso le Commissioni riunite X della Camera e IX delSenato.“Innanzitutto – argomenta Ficco – occorre modificare Ia politica europea di elettrificazione: il problema non è tanto la data finale del 2035, ma piuttosto il percorso autolesionista che già a partire dal prossimo anno impone di vendere quantità di vetture elettriche irrealistiche per cui il mercato non è pronto. Inoltre il Governo, in sinergia con le Regioni interessate, dovrebbe realizzare una politica industriale che metta l’Italia in grado di competere alla pari per lo meno con gli altri paesi europei, mentre oggi paradossalmente propone nella Legge di Stabilitàun taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive ereditato dal precedente Esecutivo”.“A Stellantis – conclude Ficco – chiediamo di accelerare i lanci delle nuove vetture, di mostrare responsabilità sociale verso l’indotto, di valorizzare le competenze dei centri di ricerca italiani e di assegnare modelli non solo elettrici,ma anche ibridi e di larga diffusione. Bisogna riprendere quei progetti che sono stati interrotti, sospesi o rinviati, ad iniziare dagli investimenti su Termoli. Abbiamo bisogno di poter interloquire con una Stellantis dotata di solida governance,capace di ripristinare un confronto costruttivo e trasparente”. Il Giorgetti, aggiungiamo noi, ha motivato il taglio con una frase involontariamente umoristica che suona all’incirca così: meglio finanziare la filiera della componentistica”. Forse se ne intende di altro, se non sa che una filiera esiste soltanto se ha un’altra filiera che compra i suoi componenti: quella del prodotto finito. Povero Giorgetti, ha troppo da fare per approfondire alcuni basilari concetti di macro economia.