L’allarme sul disastro climatico più preoccupante, perché scientificamente provato e oggettivamente già in atto, viene dall’Istituto di Ricerca Berkeley: da qui al 2030 entreranno in funzione nel mondo oltre 700 milioni di nuovi climatizzatori oltre al miliardo e mezzo già installati. E, pur avendo gas refrigeranti meno dannosi di quelli di qualche anno fa, immetteranno comunque nell’aria quantità enormi di gas. L’Europa ha da anni stabilito che man mano vengano eliminati del tutto questi gas decidendo che il meno dannoso è il R32 che però diventerà obbligatorio molto più avanti. Alcune aziende e per prima la Daikin, hanno deciso di usare per i loro condizionatori questo gas che ha solo un terzo di emissioni con effetto-serra rispetto agli altri gas refrigeranti attualmente in uso, oltre al fatto che, per funzionare, ne viene richiesto di meno.
Solo l’Europa in regola
Ma il problema è che solo l’Europa si è data rigide regole tecniche. I miliardi (non milioni) di condizionatori in funzione attualmente nel mondo (soprattutto negli Usa e in Asia) sono dei disastrosi divoratori di energia e eruttano quantità spaventose di veleni, con influenze decisive sul riscaldamento del pianeta. Quel gigantesco ghiacciaio che si è staccato in questi giorni in Antartide è una delle dirette conseguenze di questa catena ossessiva verso il crack climatico. E quei 700 milioni di nuovi climatizzatori andranno ad aggiungersi ai miliardi in funzione, non a sostituirli. Il perché è semplice: da qui al 2050 l’istituto Berkeley ha calcolato che saranno in funzione oltre 1,6 miliardi di climatizzatori ma mancano al conto milioni e milioni di apparecchi vecchissimi costantemente funzionanti. E fuori da ogni statistica. E’ molto più verosimile invece –secondo diverse fonti scientifiche-che gli apparecchi attualmente installati siano molti di più di quel miliardo e mezzo di cui si parla nelle relazioni tecniche delle aziende.
Dove va a finire il freon?
E poiché le stagioni calde sono destinate a dilatarsi temporalmente, al conto globale andranno ad aggiungersi i milioni e milioni di climatizzatori che in Africa, in Sud America e in Asia le popolazioni ancora non hanno potuto permettersi e che man mano acquisteranno per far fronte alla desertificazione, al calore crescente e all’invasione cinese di apparecchi pessimi, di prezzo bassissimo e altamente inquinanti. Un’invasione che in Africa, è già molto avanti. Infine, a coronamento di un problema di per sé molto grave, un’aggiunta se possibile ancor più inquietante: le discariche dove milioni e milioni di vecchi condizionatori e di vecchi frigoriferi vengono abbandonati ovunque, soprattutto nei paesi più poveri, disperdono di continuo il tossico freon (proibito solo in Europa) senza che nessuno intervenga.