I gossip di Wall Street dicono che Bosch comprerà la Whirlpool…Mah.

27/06/24 - 2 minuti di lettura

Sembrava che la Bosch, che a lungo è rimasta ad assistere ai M&A del settore del bianco, non avesse intenzione di muoversi. Non è vero perché si sa che qualche pensierino sulla  Electrolux, per la quale Midea e forse anche Hisense continuano a essere disponibili, lo avesse fatto. Ovvio in grandissima riservatezza. Anche perché pare che prima o poi pure la Miele, in palesi difficoltà, dovrebbe andare nell’orbita di BSH. Ma non tanti credono al recentissimo gossip Reuters secondo il quale la conglomerata Bosch avrebbe fatto un’offerta per comprare la Whirlpool. Che si trova in difficoltà, pur ridotta al perimetro nordamericano. In realtà, sembrerebbe, come pare stiano commentando gli esperti di borsa, un gossip per rianimare quotazioni stagnanti. Ma attenzione: l’arrivo di onerosissimi dazi sui prodotti extra-Usa che il futuro presidente americano applicherà sicuramente potrebbe convincere la Bosch a muoversi, visto che ha enormi interessi in Usa e cioè fabbriche, quote di mercato e una immagine eccellente. Potrebbe una joint o addirittura una acquisizione fermare questa minaccia? Oppure, potrebbe invece il nuovo presidente tollerare che una società americana come la Whirlpool diventi straniera? Beh, le ragioni ci sono per costringere, nonostante i dazi futuri, la Whirlpool a cercare alleanze. Il mercato mondiale dei majap e non soltanto questo sta andando male. Con qualche eccezione per l’Asia. La speranza, spesso espressa dai manager delle aziende e dei gruppi del retail americani, di una forte ripresa è andata delusa. L’anno finirà del tutto piatto, come l’autorevole Twice ha scritto di recente. Lo stesso per l’Europa, impegnata in ormai insostenibili oneri bellici. E l’aumento dei conflitti, dei costi ormai stratosferici della logistica mondiale sempre più disarticolata da piraterie e guerre, non alimenta certamente il commercio e i trasporti globalizzati. E allora prosegue un generale anche se lento rientro delle attività manufatturiere nei paesi di origine delle ex-multinazionali. E le società che hanno favorito la propria ipertofia finanziaria, e, su pressioni di Wall Street hanno scelto per decenni di tagliare, tagliare e tagliare  investimenti, personale e innovazione, adesso sono nei guai di un vuoto manageriale, tecnologico, strategico.. Non è il caso della Bosch che anzi,  in tutti i suoi segmenti ha tesaurizzato brevetti,  autorevolezza del brand,  e aumentato anche quote di mercato in tutti i mercati. Così a reggere la perdurante crisi sono infattia aziende come Bosch, Hisense, Midea, e Beko. Le quote di mercato, che arriveranno a breve, lo dimostrano.

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