Quando il geniale imprenditore Elon Musk e 115 dirigenti e scienziati della robotica insieme alle aziende del settore hanno denunciato all’ONU l’estremo pericolo che può arrivare dall’immenso parco-robot che opera ovunque, molti hanno trattato l’argomento con quella stupida e superficiale leggerezza di chi la sa…più lunga. “Ma và, roba da film, non ci sono pericoli così immediati”. E invece no. Basterebbe che molti giornalisti, lasciando da parte la consueta spocchia, approfondissero l’argomento per sentir correre lungo la schiena brividi horror. Innanzitutto perché oggi la maggior parte delle “armi letali autonome” come Elon Musk chiama eufemisticamente i killer robot, fanno già parte delle dotazioni tecniche di potenti eserciti. Oltre che di terroristi e criminali. Solo che non è semplice montare, usare e mantenere in forma “oggetti” così spaventosamente complicati ed è per questo che non se ne sa molto in giro su come e cosa hanno fatto i killer robot o Lethal Autonomous Weapons Systems (LAWS).. A saperne però qualcosa sono proprio quei manager e quegli imprenditori che lavorano nel rarefatto ambiente della robotica e dell’intelligenza artificiale. E che in ritardo si sono…pentiti.
Troppo tardi, Mr. Musk
E’ proprio perché hanno da tempo prove a bizzeffe di gravissimi episodi avvenuti a causa della perdita di controllo dei killer robot, che gli è venuta una strizza pazzesca. Ma è tardi, e la prova è che l’appello all’ONU è stato fatto ben due anni dopo che migliaia di scienziati come il celebre fisico Stephen Hawking avevano lanciato un durissima denuncia dei rischi dovuti alla totale libertà di cui godono i Laws militari che sono usati da anni e anni in numeri immensi (gli americano per esempio li usano dal 2013 e non solo per stanare mine come raccontano). Alla denuncia degli scienziati si era aggiunta quella dell’Ong Human Rights Watch ma le multinazionali della robotica e i loro dirigenti non avevano reagito. Nessuno intendeva attaccare un settore della ricerca e dell’industria così importante e vitale per qualsiasi paese ma il vero problema denunciato nel 2015 è che stavano dilagando i Laws senza nessun controllo umano. Che possono cioè ferire, uccidere, spiare, sabotare qualsiasi cosa e essere umano, qualsiasi sistema e qualsiasi protezione.
…Ecco perché
Perché quegli stessi Stranamore che ora piangono lacrime di coccodrillo hanno immesso nei robot dosi enormi di intelligenza artificiale che li rendono autonomi. Ma la paura folle che ha spinto multinazionali, dirigenti, ricercatori a seguire Musk nella denuncia è che tutti ma proprio tutti i robot possono essere telecomandati e hackerati senza grandi difficoltà. Possono cioè non soltanto impazzire, ma, quel che è peggio, venir guidati freddamente da sconosciuti smanettoni o malintenzionati decisi a farlo.
Perché è facile comunque “usarli”, dirigerli, hackerarli, programmarli in remoto anche con un semplice portatile. La società IOActive – riferisce Bloomberg-ha piratato dei robot domestici e industriali trasformandoli in pericolosi criminali dotandoli di una forza mostruosa. E trasformandoli in abilissime spie, comandando da lontano i chip e le telecamere. “Ma i killer robot ancora non esistono” è stato il commento di alcuni tremebondi esperti.
Uccidere on line
Magari fosse così. L’appello di Musk si riferisce proprio a questi robot assassini già attivi. In luglio e agosto si svolgono a Las Vegas tre convegni di ex-hacker divenuti grandi esperti di cybersecurity. In particolare il più autorevole di questi convegni, Def-Con, giunto alla sua 25a edizione, ha rivelato sconvolgenti eventi. Un super esperto australiano ha mostrato come sia possibile -e già lo si fa- uccidere on line una persona, utilizzando timbri, intestazioni, linguaggi e software che simulano certificati di morte comunali, medici e di avvenuta tumulazione del…caro estinto. Ma è possibile anche far nascere bambini che non sono mai nati, che non esistono, con una documentazione perfetta. E infine, contravvenendo alle raccomandazioni degli organizzatori di non riportare alcune piratate che si svolgevano nei hacker-Lab, è possibile rivelare che sono state condotte prove di cyber pirataggio sui 30 macchinari usati per le ultime elezioni presidenziali americane, prove tutte riuscite. Nessuna di queste macchine per le votazioni ha resistito per più di qualche minuto. Alcuni esperti hanno addirittura usato un semplice pc portatile. “Gli autori del pirataggio se avessero potuto operare allo stesso modo durante le elezioni, sui dati in arrivo, avrebbero potuto senza difficoltà cambiarli e restituirli così falsati senza essere scoperti. Certo che era facile violare queste macchine ma non lo dovete scrivere, è una questione di sicurezza nazionale”. Nessuno più scherzava né parlava alla fine delle azioni degli ex hacker al Def-Con di Las Vegas. Avevano tutti ben capito come sono andate realmente le cose.
Stop killer robots : http://www.stopkillerrobots.org/