Perché l’America dichiara guerra ai big europei dei trasporti?

10/04/22 - 2 minuti di lettura

Da quando la UE è diventata –di recente- il gigante dei trasporto commerciali (4 dei 5 big mondiali sono europei) gli americani mostrano di non tollerare nel modo più assoluto questo primato e infatti in aprile, l’alleanza anglofona costituita da decenni da Usa, Australia, Inghilterra, Nuova Zelanda e Africa del Sud, è partita all’attacco delle società–quelle europee ovviamente-in modo inaspettatamente violento. Addirittura a pronunciare accuse durissime, a nome dei suoi alleati, è il governo americano per bocca del loquace presidente Joe Biden che ha dichiarato di voler perseguire con azioni legali questi big del trasporto per aver praticato tariffe abusive e eccessive, con profitti giganteschi. Il che è vero poiché le 10 maggiori società nel 2021 hanno avuto profitti giganteschi, 130 miliardi di dollari, un record storico su un totale del settore di 150. Effettivamente l’ex n.1 mondiale, la danese Moersk, ha annunciato, per esempio,15,8 miliardi di profitto netto, 6 volte più alto rispetto al 2020. La sorpresa è stata nel 2021 l’italo-svizzera MSC che è diventata il n.1 mondiale dei trasporti di merci e persone e che nel 2021 dovrebbe avere raggiunto i 30 miliardi di  dollari di fatturato, secondo le stime degli analisti. Ora, questi primati europei –dovuti anche a intese e accordi come avviene in tutti i settori dell’economia-che hanno portato ad aumenti stratosferici dei costi, agli Usa non vanno più bene. Non per i livelli elevati dei costi trasporti (le multinazionali Usa sono maestre in questo con i loro ferrei oligopoli) quanto perché –e le dichiarazioni governative e degli operatori privati americani lo dimostrano- è intollerabile che a gestire da protagonisti indipendenti dagli Usa il ricchissimo comparto logistico mondiale marittimo siano società prevalentemente europee. Intollerabile sino al punto da dichiarare una guerra economica e legale di proporzioni impensate poiché subito agli americani si sono accodati i loro alleati di lingua inglese. Esattamente quello che accade sempre quando gli interessi americani rischiano di perdere primati mondiali a favore di società europee. L’Europa rappresenta, anche senza l’inghilterra, per civiltà, cultura, ricchezza, prospettive e attrattive, il primo continente mondiale e questo per il competitor n.1, gli Usa, è impensabile. Le guerre del resto si dichiarano quasi esclusivamente per ragioni economiche.

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