Dal blog “Difesa e Sicurezza” del collega Francesco Bussoletti, uno dei più informati giornalisti su MO e in generale sui conflitti in atto nel mondo. A fronte del totale caos del Paese, i modestissimi ras nostrani come il salvini promettono a destra e a manca che bisogna “mettersi d’accordo con la Libia! Quale Libia, cretinetti dell’ultima ora?
Rimpasto strategico in Libia: il Consiglio presidenziale (PC) ha licenziato il ministro della Difesa, Mahdi Al-Barghathi, senza fornire alcuna ragione per il provvedimento
Francesco Bussoletti
Rimpasto strategico in Libia. Il Consiglio presidenziale (PC) ha licenziato il ministro della Difesa, Mahdi Al-Barghathi, senza fornire alcuna ragione per il provvedimento. Non è chiaro ora chi lo sostituirà, ma la nomina dovrebbe avvenire a stretto giro per motivi di opportunità. Secondo fonti ben informate, la “colpa” di Al-Barghathi è stata quella di essere troppo vicino a formazioni paramilitari, come quella di Ibrahim Jodran (l’ex capo della Guardia delle Strutture Petrolifere, PFG), che per alcuni giorni aveva conquistato i terminal di Sidra e Ras Lanuf in una guerra con l’LNA del generale Khalifa Haftar. Inoltre, l’ex ministro della Difesa non era ben visto da Fayez Sarraj, in quanto lo aveva accusato delle barbarie commesse durante gli scontri tra le forze di Misurata e l’LNA presso la base aerea di Brak El-Shati.
Tra Al-Barghathi e Sarraj era in corso una guerra già dall’anno scorso e quest’ultimo temeva che l’ex ministro stesse diventando troppo potente. Quindi un possibile nuovo attore nella crisi del paese africano
Lo scontro in Libia tra Sarraj e Al-Barghathi è cominciato proprio dopo la battaglia nella base. Tanto che l’ex ministro e il comandante della Terza Forza furono sospesi. Questo però denunciò che il premier del GNA e il ministro della Giustizia erano responsabili, chiedendo che i risultati dell’indagine su quanto avvenuto a Brak E-Shati fossero resi noti. La guerra tra Sarraj contro l’ex ministro è poi proseguita con la sua estromissione dal lavoro di coordinamento del gruppo sulle sanzioni Onu, incarico assegnato al ministro degli Esteri Mohammed Sayala. Ma, pochi giorni fa, sono scaduti i termini legali della sospensione di Al-Barghathi e di conseguenza questo è tornato al suo posto. La paura di Sarraj è legata al fatto che l’ex ministro nel tempo stava diventando troppo potente grazie ai legami con le milizie. Di conseguenza, doveva essere fermato prima che diventasse un attore troppo ingombrante.
Photo Credits: Libyan Express