A Natale -come ha calcolato con certosina pazienza il Center for Global Development su dati EIA e World Bank-il paese governato dal Trump ha sprecato mostruose quantità di energia elettrica, battendo tutti i record precedenti di sprechi indecenti, superando i 6,7 miliardi di kilowattora del 2015. Ma attenzione, non si tratta del consumo totale consueto, bensì soltanto dell’energia elettrica impiegata per le pacchiane luminarie private (case e grattacieli) che solo turisti beoti e di…bocca buona possono ammirare. (Un esempio è la foto d’apertura). Questo enorme spreco è ampiamente superiore al totale annuale di energia elettrica assorbita, per esempio, dall’Etiopia per tutti i suoi usi, pubblici e privati. L’illuminazione privata negli Stati Uniti assorbe una percentuale enorme, oltre il 14% del totale. E questo la dice lunga su quanto divorano gli americani delle risorse naturali, restituendo -in un mostruoso cambio- inquinamenti giganteschi. Per capire quanto sia inquinante il paese governato dal Trump, basta riferire un dato degli ingegneri del Center for Global Development: le pacchiane luminarie delle case e dei condominii americani di un solo periodo, le feste di Natale, potrebbero far funzionare 14 milioni di frigoriferi. E, come se non bastasse, non appena è arrivato il Trump, l’EPA, che è l’agenzia americana per il l’energia che presiedeva anche al contenimento dell’immenso spreco energetico, è stata decapitata del vertice sostituito con i più scatenati -e molto molto ignoranti- sostenitori della totale libertà di consumare, sprecare, inquinare. Via l’etichetta energetica (peraltro molto blanda, permissiva), via qualsiasi limite a inquinare nelle fabbriche e nelle case. Una delle ultime relazioni “scientifiche” di un rappresentante della nuova gestione del Trump- è stata accolta dalla comunità degli esperti con battimani, fischi di approvazione, ululati, pur essendo un’infilata del….nulla. “E’ stata l’esibizione più esilirante che abbiamo mai ascoltato-ha poi spiegato uno degli esperti presenti-da vero showman della risata”.