VITTORIO MERLONI, SEMPRE AVANTI, SEMPRE INNOVATORE
Vittorio Merloni se ne è andato. E’ morto un grande, grandissimo imprenditore, un grande uomo, una persona di una umanità straordinaria. Chi lo ha conosciuto, lo sa e anche chi non l’ha conosciuto ha intuito quante capacità e quanta lungimiranza avesse questo “marchigiano” di origine, molto legato al suo territorio, ma cosmopolita di spirito. Lui, in realtà, se ne era andato prima della sua morte fisica, quasi volesse estraniarsi dai cascami di un mondo che anziché rinnovarsi si avviava verso il declino prima di tutto etico poi industriale ed economico. E’ rimasto sempre giovane con le sue idee innovative quando alcuni competitor si stavano fermando, incartapecoriti in politiche industriali “globalizzate” ma assolutamente banali. Ho avuto il privilegio di seguirlo come giornalista, di essergli amica di lunga data, di avere la sua amicizia e soprattutto di riuscire a comprendere e condividere le sue iniziative di assoluta anteprima. Innovazioni nel senso di grandi strategie culturali prima ancora che industriali, come per esempio lo spazio fondamentale assegnato sin dagli anni 70 al valore aggiunto “design”, alla cucina “smart” con il display wireless Leonardo degli anni 90, alla digitalizzazione delle fabbriche, dei prodotti, dei servizi. Con Francesco Caio lanciò negli anni 90 in anteprima mondiale gli elettrodomestici IoT (definizione solo attuale ma perfettamente rispondente al progetto di allora), connettibili a internet anche senza il pc e controllabili in remoto dal display Leonardo. Troppo in anticipo? Può darsi ma l’azienda venne instradata su binari digitali prima di altri. Era un imprenditore che voleva farla uscire dal ruolo di “multinazionale tascabile”, termine che inventò in una conferenza stampa alla Domotechnica di Colonia, la rassegna mondiale delle tecnologie domestiche, per le medie aziende italiane con vocazione all’export. Volle fare acquisizioni, alleanze, per creare lavoro e progresso sociale e avrebbe continuato a farlo su scala mondiale….. Molto colto –non una cultura solo commerciale o tecnica- e molto curioso, non lo hanno fermato sulla via di una difficile espansione i concorrenti, ma una malattia che non meritava perché ha intrappolato il suo dinamico cervello multitasking in una progressiva inazione. Nell’attuale desertificazione di figure manageriali adeguate (con le dovute eccezioni), spicca ancor di più l’addio di questo straordinario imprenditore che è stato Vittorio Merloni.