A rischio l’industria italiana del freddo, degli scaldaacqua e delle asciugatrici a pompa di calore

06/11/17 - 3 minuti di lettura

 

Allarme per l’industria nazionale che, tra le prime per tecnologie e qualità al mondo, impiega i nuovi gas refrigeranti per il freddo professionale e domestico, gli scaldacqua e le asciugatrici a pompa di calore. Lo denuncia con un comunicato Ceced Italia, che riproduciamo tale e quale. Negli ultimi decenni-comincia Ceced- il settore degli apparecchi domestici e professionali, rappresentato da Ceced Italia, ha giocato il proprio ruolo in ottica di circolarità di prodotti e processi, investendo ingenti somme per migliorare il design e la produzione di prodotti sempre più innovativi e con minor uso delle risorse, migliorando le prestazioni degli apparecchi, riducendo l’impatto ambientale e salvaguardando l’occupazione nazionale.

Dobbiamo purtroppo constatare che oggi i settori del freddo professionale, degli scaldaacqua e delle asciugatrici a pompa di calore domestico, si trovano a dover affrontare una situazione critica dovuta al complicato reperimento di gas refrigeranti.

Con il Regolamento (UE) 517/2014 la Commissione Europea ha impostato un percorso di eliminazione progressiva, dei gas fluorurati, istituendo una tempistica per il phase down di alcuni composti.

In particolare, i principali gas refrigeranti utilizzati nei settori sopracitati, come gli idrofluorocarburi (HFC) R404a e R134a, non potranno più essere utilizzati in alcune applicazioni a partire dal 1/1/2020 o 1/1/2022.

Gli effetti devono essere andati evidentemente oltre le intenzioni della Commissione.

Si assiste infatti ad uno spropositato ed ingiustificato aumento dei prezzi degli Idrofluorocarburi accompagnato, inoltre, sia da una scarsa disponibilità di tali sostanze da parte di chi le produce e sia una mancanza delle autorizzazioni per l’utilizzo delle quote; questo comporta in particolar modo per gli importatori di apparecchiature precaricate un duplice aumento dei costi: del prezzo del gas e delle autorizzazioni all’uso.

Le aziende del settore sono da tempo impegnate nella sostituzione degli HFC con gas alternativi ma sul mercato non sono ad oggi disponibili refrigeranti equiparabili, in termini di performance, sicurezza, a quelli in via di sostituzione.

Per alcune di queste tecnologie (es: le macchine per la produzione del ghiaccio, gli abbattitori di temperatura, gli scaldaacqua e le asciugatrici a pompa di calore) risulta pertanto impossibile sostituire gli attuali gas e nel contempo rispettare le leggi e norme nazionali, europee e internazionali inerenti: la sicurezza (limiti di carica nelle apparecchiature, di installazione in luoghi pubblici, adeguamenti in fabbrica), l’efficienza energetica (Regolamenti europei Eco-design), la tossicità, anche a causa della mancanza di componentistica tecnologicamente idonea (ad esempio dei compressori).

Ceced Italia ritiene dunque di dover sensibilizzare le Istituzioni affinché si attivino nel gestire una situazione critica che sta mettendo a rischio un settore di punta dell’industria italiana e leader a livello mondiale, con particolare sofferenza per le piccole e media imprese.

Una domanda: quali multinazionali forniscono, o dovrebbero fornire, i gas che IMPROVVISAMENTE vengono a mancare?

Condividi su
Newsletter