No, non è un delle solite sballate previsioni di qualche improvvisato centro di ricerca perché l’avanzata dei robot nelle fabbriche e negli uffici è reale, è una minacciosa realtà già in atto, e, qui sta la sorpresa, riguarderà anche l’Africa. Cinque paesi africani infatti –secondo McKinsey che ha condotto la ricerca sulla robotizzazione della società, dovranno fare i conti con una energica potatura di lavori sino ad ora compiuti da operai e impiegati. E questo riguarderà –secondo Mc Kinsey- presto il 51,9% dei lavoratori per il Kenya, il 50,9% per il Marocco,il 48,7 per l’Egitto, il 45,7% per la Nigeria e il 41% per l’Africa del Sud. Mc Kinsey ha preso in esame circa 46 paesi dei 200 che determinano l’80% della mano d’opera mondiale e li ha esaminati dal punto di vista degli indici di industrializzazione, produttività industriale e invecchiamento della popolazione. La robotizzazione serve a rendere più competitive le economie dei paesi industrializzati con una popolazione a forte invecchiamento come quella europea, del Giappone e degli Stati Uniti. Poi vi sono i paesi emergenti come la Cina, il Brasile e la Russia nei quali la popolazione tende a invecchiare sempre di più e la robotizzazione deve mantenere i costi di produzione bassi anche solo per conservare gli attuali indici di crescita. E sin qui la cara… vecchia macro economia consente -a chi l’ha studiata- di capirci qualcosa: è vero, ovunque, la presenza di una maggioranza di persone vecchie rappresenta uno dei peggiori parametri dell’economia di un paese: la stagnazione. Un po’ più difficile da capire appare l’applicazione rigida di questa –ennesima-teoria McKinseyana anche all’Africa dove non esiste una economia ma tanti paesi con economie molto molto diverse e dove la stragrande maggioranza di giovani con scolarizzazione crescente sarà un fattore positivo per parechio tempo. Mc Kinsey esprime un vago timore: se i governi di questi paesi vorranno restare dinamici e mantenere indici di crescita accelerati, dovranno introdurre l’automazione nelle loro fabbriche. Per riuscire a essere sempre più competitivi. Mc Kinsey però, oltre a non spiegare in dettaglio questi superficiali giudizi non indica affatto né i rimedi né i rischi. Perché ancora una volta dell’Africa si continua ad avere un’immagine assolutamente non corrispondente a quella reale. E a non approfondire le sue complessità.