Il Trump è scatenato e non lo ferma più nessuno. Secondo ambienti di Whashington che Bloomberg riporta come fonte molto affidabile, nuovi dazi colpirebbero l’enorme produzione di elettronica di consumo che la Cina riversa, grazie ai bassi costi della manodopera e agli aiuti statali forniti alle aziende cinesi, sul mercato americano. Ma nuove tasse andrebbe anche a colpire scarpe, abbigliamento e gadget elettronici che da decenni i cinesi vendono negli Stati Uniti. Chi verrebbe danneggiato dei giganti cinesi? Xiaomi e Lenovo, per esempio e in generale l’intera industria di semiconduttori ma anche Apple che ha come fornitori della quasi totalità dei suoi gioielli digitali, numerosi produttori asiatici. E con Apple anche Intel e Dell sarebbero coinvolti in questo gigantesco conflitto commerciale che tale non potrebbe restare a lungo. Come del resto paventano gli ambienti finanziari americani (e le dimissioni di Gary Cohn da consigliere economico del Trump lo dimostrano), le risposte dei partner degli americani –Giappone, Ue e Cina- non tarderebbero a farsi sentire con effetti pesanti e imprevedibili. Va rilevato che Apple risponde che ciò che viene fabbricato da terzisti cinesi è però interamente progettato negli Usa e di conseguenza non dovrebbe essere coinvolto (è probabile che venga prevista qualche eccezione in modo da non danneggiare troppo la Mela). Ma a realizzare fisicamente l’immensa gamma del gigante americano è una rete molto estesa di fornitori tutti fuori dagli States, come Hon Hai Precision Industry che fa parte del Foxconn Group di Taiwan, e soprattutto gruppi di assemblatori e ricambisti . Ma non è finita qui perché –e la conferma è arrivata anche da alti dirigenti di Apple- il Trump considera molto pericolosi per la sicurezza nazionale gli investimenti di gruppi cinesi in America ed è per questo che ha bloccato l’acquisizione di uno dei primi produttori americani di chip “mobile”, la Qualcomm da parte della Broadcom di Singapore. Che produce anche componenti “sensibili” per le reti di telecomunicazione e per settori militari. Oltre a ciò lo scatenato presidente ha creato un clima estremamente sfavorevole a gruppi cinesi come Huawei che ha dovuto rinunciare a vendere i suoi smartphone negli Stati Uniti poiché la reazione delle autorità Usa ha “convinto” i gestori delle reti di mobile AT&T e Verizon a ritirarsi dagli accordi già firmati di collaborazione con l’azienda cinese. Erano accordi strepitosi e comunque sempre determinati da prezzi decisamente molto molto cheap.