L’avevamo anticipato con un articolo che annunciava una notizia clamorosa, comunicata da AIRES, l’associazione delle catene dei retailer dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici: in California, la Corte d’Appello ha definitivamente stabilito che le piattaforme di intermediazione digitale come Amazon sono da considerare dirette responsabili di ciò che i prodotti da loro venduti possono causare agli utenti. Sino ad ora queste piattaforme miliardarie si sono sempre dichiarate degli intermediari e basta, all’oscuro di cosa possa causare eventualmente un phon difettoso, un pc pessimo, un casalingo killer…. I responsabili sono –hanno sempre affermato i consulenti di Amazon&Co- i produttori o gli importatori dei beni guasti, pericolosi, “marci” spesso sono misteriosi e irraggiungibili. Non è più così, ha stabilito il giudice americano, affermando dopo una lunga analisi la realtà: chi mette sulle proprie piattaforme digitale i prodotti spesso –come fa Amazon- promuove con iniziative subdole (“I migliori”, i “nostri consigli”) li conosce benissimo. Sa chi sono i produttori, sa come e di cosa sono fatti. Quando accadono, come avviene molto molto spesso, degli incidenti, si limita a fornire un cellulare cinese, una mail di un importatore o produttore malandrino (che non risponde quasi mai). Così i danni non vengono risarciti. AL CONTRARIO, I COMMERCIANTI CON NEGOZI REALI, SONO CONSIDERATI SECONDO LE NORMATIVE EUROPEE, I FRONT END DI QUALSIASI PROBLEMA. L’interpretazione del giudice californiano servirà presto anche alla associazioni europea dei retalier, riunite nell‘European Consumer Electronics Retail Council (EuCER) fondata da Aires, E-Square, Euronics International, Expert International e Unieuro, per adeguare le vecchie e superate direttive europee sull’ e-commerce, alla necessità di tutelare finalmente il consumatore oltre che la concorrenza leale, senza favoritismi e privilegi ingiusti. Il principio fondamentale della protezione del consumatore e dell’individuazione precisa del responsabile di eventuali danni causati da un bene difettoso –le piattaforme di e-commerce- può essere adottato anche in Europa, come richiede EuCER, grazie all’iniziativa e all’impegno di Davide Rossi, direttore generale di AIRES e con il professionale supporto della Baker McKenzie, una società americana di studi legali, con 77 sedi in tutto il mondo e la terza al mondo per fatturato.