Pesanti consuntivi per uno dei settori dell’ANIMA, la Federazione delle Associazioni nazionali dell’Industria Meccanica, quello che riunisce le industrie italiane delle tecnologie del food, e cioè Assofoodtech (attrezzature professionali per l’hospitality) e Fiac (casalinghi). Il calo della produzione, previsto per quest’anno sarà del 13 per cento, con una discesa dai 5,26 miliardi di euro del 2019 ai 4,55 di questo anno. Per i casalinghi è annunciato un -16,9 per cento, dai 902 milioni di euro del 2019 ai 750 del 2020 dovuto alla contrazione delle esportazioni che segnano un taglio di 110 milioni di euro. Questo è dovuto al fatto che le aziende, inattive durante il blockdown, non hanno potuto soddisfare la domanda estera del made in Italy della tavola, della cucina e della regalistica. Va tenuto conto che le vendite dei casalinghi sul mercato interno registreranno a fine anno una caduta della domanda meno pesante di quella a due cifre di alcuni comparti professionali perché stanno già aumentando. E che l’ISTAT ha comunicato che durante i primi mesi dell’anno in corso, si sono verificati aumenti concentrati degli acquisti di casalinghi da parte delle famiglie dal 6 al 7 per cento e di piccoli elettrodomestici. Come hanno commentato questi dati i vertici di ANIMA? «Si deve dare un aiuto concreto alle imprese-dichiara Andrea Salati Chiodini, presidente Assofoodtec- in questi mesi le aziende hanno subito grosse perdite di fatturato, aiutarle non significa rimandare i pagamenti di due mesi, ma agire in maniera decisa su sgravi fiscali e agevolazioni, immediati e non dilazionati nel futuro, per riuscire a resistere anche l’anno prossimo. Considerando un calo medio del -13,5% –prosegue Andrea Salati Chiodini –è necessario aiutare le aziende e le famiglie; molti aspettano ancora i finanziamenti e la Cig che, in molti casi, è stata anticipata dalle aziende proprio per aiutare i propri collaboratori e famiglie a “sopravvivere”. Intanto però i big mondiali dei casalinghi stanno facendo incetta di brand prestigiosi, cioè del made in Italy; sono passate di mano infatti due gioielli italiani del pentolame di fascia medio-alta e alta, la Alluflon, acquisita dalla cinese di Hong Kong, Brilliant Concept Development, e la TVS entrata nel gigantesco gruppo, sempre di Hong Kong, la Meyer Manufacturing che fabbrica e distribuisce 52 milioni di pentole. Crisi da Covid ma anche sleale concorrenza su prezzi da dumping dei giganti asiatici del settore. E in Italia, penalizzati da una distribuzione parcellizzata e operante solo sul peggior marketing, quello del prezzo.