Occhio ai ricondizionati iPhone di Refurbed………

16/11/24 - 8 minuti di lettura

Non passa mese che dai marketplace dell’online non escano scandali, truffe, e nel migliore dei casi, gravi irregolarità. Una cosa è certa e accertata: la trasparenza del web è spesso disattesa da aziende prestanome di operatori facenti parte della criminalità organizzata. E’ infaqtti da tempo che Davide Rossi, direttore generale di Optime  –l’Osservatorio per la tutela del mercato dell’Elettronica in Italia di Aires- ha rivelato che, dietro il gigantesco fenomeno dell’evasione fiscale e delle frodi dell’e-commerce vi sono società prestanome legate strettamente alla malavita nazionale e internazionale. Ma riuscire a dimostrare questi antefatti che violano le regole di una corretta concorrenza e che danneggiano non solo i consumatori, il fisco e gli operatori dell’online onesti, ma anche il commercio tradizionale, è molto complicato. Innanzitutto perché i rapporti tra il marketplace e i venditori si svolge su “percorsi” irti di algoritmi difficili da ricostruire e chiarire. E’ poi perché i marketplace dove si svolgono piraterie e truffe  affermano di lavorare solo come piattaforme “totalmente neutrali”, vale a dire una sorta di affittacamere virtuali. E come tali –affermano-non possono essere accusati di nessuna violazione. Perché quello che si fa in questi spazi virtuali –aggiungono-non ci riguarda.No, non è così in molti casi: dalle transazioni che avvengono tra venditori e utenti i marketplace ricevono laute legittime percentuali.

Una società italiana danneggiata –A parte questi casi estremi che Optime ha documentato, vi sono anche alcuni marketplace che, con algoritmi e regole non trasparenti tendono a favorire venditori “amici”. L’ultimo clamoroso esempio che il Fatto Quotidiano ha di recente ampiamente descritto-nel silenzio della stampa- riguarda una società italiana fondata da un geniale giovane italiano, Boris Tuzza, ingegnere aerospaziale, la ITC-Solution Group. La storia inizia nel 2019 quando la società, insieme a Recall First Hand, entra nel settore dei device di seconda mano, offrendo smartphone iPhone ricondizionati correttamente, di qualità, per venderli online in modo trasparente e sostenibile. Tuzza può farlo meglio di altri improvvisati tecnici delle TLC, perchè ha una brillante esperienza di manager di successo in multinazionali hi tech insieme ad una virtù oggi scarsamente praticata nel mondo del business. E ancor meno praticata nel e-business: “ credere che ci sia spazio-dichiara a Firstonline-per un modello di business fondato su valori autentici, e non su convenienze di facciata”.

Dal successo al fallimento-La ITC, grazie a tecnologie innovative proprietarie, nelle quale Tuzza aveva investito un milione di euro, debutta su alcuni marletplace europei e in particolare su una start-up austriaca, la Refurbed dove riesce a vendere rapidamente con successo gli smartphone Apple ricondizionati.  Questi primi eccellenti risultati consentono alla sua azienda, che conta nel 2023 sette dipendenti, di mettere a segno fatturati in crescendo. I ricavi infatti salgono dai  150mila euro del 2019 ai 3,3 milioni del 2022, anche perché durante e dopo il periodo del Covid e del lockdown, i consumatori “scoprono” i vantaggi degli apparecchi riparati e rimessi a nuovo. Ma la rapida ascesa della ITC incontra inspiegabili crescenti ostacoli che –quel che è peggio- si traducono progressivamente in una caduta delle vendite. E questo accade nonostante che vinca gli appalti per apparire sulla piattaforma. L’ingegnere aerospaziale, grazie alle sue esperienze e alle ricerche condotte sui meccanismi molto complessi del funzionamento dei marketplace, alle prime avvisaglie degli inceppamenti, aveva subito messo in atto una analisi degli algoritmi. Per chi non conosce questi meccanismi, spieghiamo in modo “banale” il funzionamento, sottolineando che la caduta delle vendite e l’esclusione dal marketplace, avviene perché, pur vincendo i mini-appalti di Refurbed per il prezzo e la qualità dei requisiti (assistenza, affidabilità, prestazioni eccetera), sulla piattaforma appaiono solo i competitor. ITC cioè viene esclusa dalle diverse piattaforme europee ma senza che Refurbed abbia mai spiegato il perché. “Anzi, alle richieste di chiarimenti, mi veniva vagamente risposto-spiega Tuzza-che si trattava di problemi di software, non realmente tali, ma sistematici e studiati perchè ci fossero”.

Ecco i trucchi dei software-E allora il geniale ingegnere, con il suo prezioso bagaglio di conoscenze e di abilità nel campo dell’informatica più inestricabile, ricostruisce a ritroso i difficilissimi software che presiedono ai rapporti tra venditori e Refurbed,  scalando man mano gli algoritmi. Un lavoro complicato dal fatto che per capire –e poi rivelare-tutti i meccanismi nascosti, quelli che vengono tenuti volutamente tali, che regolano le scelte non trasparenti del marketplace, Tuzza deve partire dai nomi di tutti i rivenditori –centinaia e centinaia- operanti Europa. Tuzza si rivolge, sin dall’inizio della crollo delle vendite e dei difficili rapporti con la controparte austriaca, a tutte le autorità garanti del mercato in Italia, Austria, Germania, Inghilterra  per denunciare i fatti. Apportando come prove la sua oggettiva –e matematica- ricostruzione.

I software per vincere i venditori-amici-Il fatto che, in base alle accurate ricerche dei parametri necessari per vincere gli appalti, i suoi ricondizionati rispettassero i massimi livelli dei tempi di consegna, della qualità, della soddisfazione dei clienti e di altri requisiti, non conta più. “Ho ricostruito il fatto che si tratta di software strutturati per far vendere “particolari venditori”. Nel momento in cui chi è fuori dal giro di questi venditori, vende troppo cominciano a bloccarlo. Come è accaduto a me. Vendevo 150 smartphone al giorno fino all’agosto 2023, quando mi hanno bloccato unilateralmente i pagamenti. Ho chiesto ripetutamente spiegazioni ma non rispondevano. Mi sono quindi rivolto a Federconsumatori e insieme stiamo valutando di ricorrere ad una class action.. Ho continuato a esporre le mie ragioni motivandole con una documentazione scientifica, nonostante le loro minacce…”

Tuzza a questo punto si trova senza risorse, deve licenziare i suoi dipendenti e continuare la difesa della sua attività con gli avvocati per accedere ad una mediazione con la società austriaca che, nel frattempo, decide di cambiare gli stessi suoi avvocati. E decide altresì  di spostare il forum della mediazione della controversia in Inghilterra, violando palesemente il diritto europeo, vale a dire il diritto dei cittadini europei di venire giudicati entro i confini della Ue. L’Inghilterra, dopo la Brexit, è fuori. “L’ennesima irregolarità, l’ennesima azione di ritardo e di contrasto a qualsiasi soluzione ha lo scopo –dichiara Tuzza- di far sparire definitivamente la società e di mettere a tacere qualsiasi attività sui social e sulla stampa. Da notare –sottolinea ancora Tuzza- che il processo di mediazione, obbligatorio ai sensi del Regolamento P2B, non è mai stato effettivamente avviato a causa di condizioni imposte unilateralmente dal marketplace, che ha continuato a ignorare ogni nostra richiesta legittima”.

Qualche consiglio-Può essere istruttivo per altri corretti venditori o aspiranti venditori sulle piattaforme online, sapere che le segnalazioni di errori vengano utilizzate dal marketplace per correggere evidenti problematiche della piattafrorma, ma a proprio vantaggio. Ed è quello che è accaduto a Boris Tuzza che, essendo un superesperto in questo settore, si è visto letteralmente usate le sue segnalazioni a vantaggio di Refurbed.

Nel frattempo appare molto chiaro il disegno che marketplace come Refurbed intendono perseguire. Operare non come piattaforma B2B secondo il regolamento europeo Ue Platform to Business, ma nascostamente come negozio online. Come cioè operano i siti delle catene di elettronica che vendono lecitamente e in trasparenza i loro prodotti online. Ciò che Refurbed non dovrebbe fare. Quanto alla richiesta inviata a suo tempo alla Agcom, la risposta ancora non è arrivata. E ad una richiesta di spiegazioni da parte nostra ad Agcom su questa controversia, ancora nessuna reazione.

Attenzione alle batterie dei ricondizionati-– “Ritengo fondamentale sensibilizzare il pubblico su queste pratiche che, sebbene apparentemente tecniche, hanno un impatto diretto sulla trasparenza del mercato e sui diritti di venditori e consumatori. Continuerò-assicura Tuzza- a portare avanti le nostre azioni legali e le segnalazioni alle autorità competenti per tutelare i nostri diritti e quelli di tutti gli operatori economici che subiscono situazioni analoghe”. Quando lei dichiara che Refurbed usa a proprio vantaggio le sue corrette critiche di contenuto tecnico, che cosa intende in concreto? …” Abbiamo ripetutamente segnalato problematiche come l’assenza di informazioni chiare per i consumatori, tra cui il valore minimo dell’80% della batteria per i dispositivi ricondizionati, assente fino a marzo 2024. Solo dopo ulteriori pressioni, questa informazione è stata aggiunta alla vostra piattaforma a maggio 2024”. Il caso ITC-Refurbed è il più clamoroso ma non il solo perché il mercato dei ricondizionati, in tutti i segmenti dell’hi tech, sulle pressanti richieste dei consumatori in tutto il mondo, è in aumento. Secondo Swapple, le vendite di iPhone di seconda mano rappresenta in europa il 10 per cento del totale delle vendite. A livello mondiale il mercato degli elettrodomestici grandi e piccoli,  raggiungerà a fine anno i 10mila milioni di dollari, e crescerà a due cifre (13-14 per cento). Sorprendentemente a comprare le quote maggiori di apparecchi di seconda mano sono i paesi asiatici, con il Giappone e l’India ai primi posti con il 15-16 per cento, seguiti dalla Cina con circa il 15,8 per cento. Quali sono i canali di vendita?  Quello dei resi da parte dei clienti, le permute, i modelli dimostrativi e le scorte in eccesso. La stragrande maggioranza di chi, in quaslsiasi area, segue questa pratica di acquisto ha dichiarato che, prima ancora della necessità di risparmiare, a convincere è la consapevolezza di fare un gesto reale e importante per la tutela dell’ambiente.

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