Sebbene l’identità esatta e le specifiche dell’aereo rimangano poco chiare, è probabile che sia stato prodotto dalla Chengdu Aircraft Corporation (CAC), secondo il rapporto The War Zone. Sembra essere il numero più alto finora confermato nella serie di jet da combattimento Jianjiji, il precedente era il J-35.
Il design dell’aereo è in linea con le aspirazioni della Cina per un potere aereo avanzato, enfatizzando la furtività e le capacità a lungo raggio. La configurazione senza coda è pensata per ridurre la firma radar e migliorare l’efficienza aerodinamica, anche se potrebbe avere un impatto sulla manovrabilità, afferma il rapporto The War Zone.
I tre motori dell’aereo suggeriscono un focus sul volo ad alta velocità sostenuto e sulle operazioni ad altitudini elevate. Il Ministero della Difesa cinese non ha ancora commentato il nuovo aereo.
Subito dopo aver presentato il suo jet tattico di nuova generazione, The War Zone ha riferito che la Cina ha presentato un secondo progetto più piccolo, attribuito alla Shenyang Aircraft Corporation (SAC).
The War Zone afferma che l’aereo, denominato J-50, è dotato di tecnologie stealth, tra cui design senza coda che migliorano la bassa osservabilità e riducono le firme radar. A differenza del trimotore J-36, il rapporto nota che il J-50 ha una configurazione bimotore.
Sebbene i nuovi jet cinesi siano stati pubblicizzati come “caccia di sesta generazione”, questo termine poco definito potrebbe facilmente ostentare capacità militare a fini propagandistici.
In un articolo dell’ottobre 2009 per la rivista Air and Space Forces Magazine, John Tirpak afferma che un caccia di sesta generazione è un concetto avanzato di aereo da combattimento che privilegia l’estrema furtività, l’adattabilità e l’integrazione tecnologica.
Secondo Tirpak, un simile velivolo incorporerebbe caratteristiche quali cellule trasformabili, armi ad energia diretta e “rivestimenti intelligenti” dotati di sensori per una consapevolezza della situazione senza pari.