In crisi Ceconomy, quello di Mediaworld e Saturn

21/10/18 - 2 minuti di lettura

 

 

Pieter Haas, il mega direttore generale di Ceconomy, gigante europeo del trade hi tech (Mediaworld, Saturn, Fnac-Darty, ) è stato licenziato dal consiglio d’amministrazione perché i risultati della sua gestione non erano stati giudicati in linea con i programmi. In un anno il titolo alla Borsa di Francoforte ha infatti perso il 56 per cento del suo valore. “I risultati che ci aspettavamo non sono arrivati anche se la strategia di Haas verrà proseguita. E  occorre procedere in termini di riposizionamento del personale”. E cioè con licenziamenti.

Mediaworld e Saturn, cosa è accaduto?

Cosa è che andato male da quel luglio 2017 quando la holding Ceconomy (13,5 per cento del mercato europeo) è nata dalla divisione  in due rami di attività del gigante Metro alla quale è rimasto il settore del grossismo alimentare? Ceconomy doveva concentrarsi  sull’elettronica di consumo e gli elettrodomestici per evitare commistioni poco redditizie con l’alimentare. L’ha fatto andando poi ad acquistare in Francia il 24 per cento del gruppo Fnac-Darty (7 miliardi di euro la cifra d’affari). Poi ha comprato il 15 per cento del gruppo russo M.video mentre nel capitale di Fnac-Darty entrava con un 11 per cento un nuovo azionista, Sfam, fornitore francese di servizi di assicurazione. All’inizio Ceconomy aveva un fatturato di 22,2 miliardi di euro, un Ebitda di 704 milioni, su 1035 punti vendita e 65mila dipendenti. Oggi il fatturato della gestione 2017-2018 è praticamente immobile con un  0,2 per cento mentre l’Ebitda è sceso a 630 milioni di euro.  Inoltre ottiene con l’e-commerce solo 2,4 milioni di euro, un inadeguato 10 per cento contro il 17 per cento di Fnac-Darty.

L’e-commerce, un disastro

Haas aveva provato a incrementare la più redditizia area dei servizi con attività di installazione e riparazione ma Amazon che avanza come  un rullo compressore anche nel grossismo e con azioni di dumping sta mettendo in ginocchio la distribuzione europea. Anche l’inglese Tesco si ritrova in mezzo al guado, come abbiamo già riportato, tanto da richiedere al governo di ricreare condizioni di concorrenza leale nelle vendite dell’hi tech. Cosa succederà a Ceconomy e alle società che fanno capo alla holding tedesca? Qualcuno a Francoforte ha fatto notare che in un anno appena nemmeno Nembo Kid né l’Uomo Ragno avrebbero fatto di meglio di Haas, e che si fa preso ad aumentare i profitti e i dividendi tagliando il personale, va anche considerato che la eccezionale stagione estiva  (in Europa il caldo prolungato ha bloccato le vendite) ha influito sul mancato incremento delle vendite. Ma c’è stata anche una carenza di visione strategica, cominciata prima di Haas, per quanto riguarda i cambiamenti del retail a fronte delle nuove tecnologie e dei mutamenti dei mercati. Senza l’omnicanalità e la multicanalità, i grandi gruppi del retail tradizionale rischiano di ridimensionarsi.

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