Si sono fermati molti settori italiani a forte propensione per l’export. Ma non quello dei mobili e dei mobili per la cucina in particolare che registra anche nel primo semestre del 2018 una crescita clamorosa del 12,8 per cento, come il Centro Studi FederlegnoArredo ha comunicato. Grazie anche e soprattutto agli eventi fieristici organizzati da FederlegnoArredo in Cina e in Russia, sono proprio questi due paesi a mostrare una forte dinamica della domanda del made in Italy che ha comunque ampiamente compensato la stagnazione delle vendite del mercato interno (-0,4 per cento). In particolare in Cina le vendite del made in Italy nel primo trimestre sono aumentate dell’89 per cento. L’ultima indagine Monitor L-A svolta dal Centro Studi FederlegnoArredo presso gli Associati FLA, ha evidenziato come il comparto dei mobili per cucina abbia avuto un incremento generale di quasi un +5 per cento indubbiamente sostenuto dalle esportazioni che seguono un range sempre più ampio, segno di una vitalità ma anche da una capacità di offrire soluzioni, stili, “atmosfere” e tecnologie ecosostenibili molto variate e flessibili. E’ dal 2012 che le esportazioni della cucina sono in costante incremento e, dato sorprendentemente positivo, secondo crescite che, in base a dati ISTAT, hanno visto un +9,3 per cento delle vendite mondiali, più forte dell’aumento dell’intero comparto dell’arredo. Questa crescita di mobili da cucina che, ricordiamo, sono ambienti completi con complessità elevate, si verifica da 6 anni e per questo ha consentito di ampliare costantemente il range dei paesi compratori e di elevare il livello verso la fascia medio alta e alta pur mantenendo prezzi comunque competitivi. Un trend che già nel 2017 aveva registrato un +3,2 per cento, il più elevato dal 2012. L’export vale oggi più del 35 per cento del fatturato complessivo di 2.22 miliardi (nel 2017), ma era appena il 22 per cento nel 2019. La percentuale di esportazione dell’arredo è certamente più alta ma va tenuto in conto che esportare un divano o un armadio è molto meno difficile e complicato della progettazione, dell’esportazione e dell’installazione di un ambiente cucina con una componentistica tecnologica che ancora soffre -ma sempre meno- dell’immagine penalizzante del made in Germany.