In tutto il mondo scatta l’allarme per il progressivo rallentamento delle vendite che è diventato pesante proprio in quei comparti come quello dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici che avevano registrato nel 2020 e nel 2021 record di fatturati. Così le multinazionali cominciano a dare comunicazioni allarmate. Calano le vendite a livello mondiale tra il 5 e il 9 per cento, calano ma molto meno i dividendi agli azionisti. Ma a complicare ancora più il 2022 sono i blocchi della logistica mondiale, con la conseguente carenza di componenti, devices, materie prime (con costi triplicati). Electrolux e Whirlpool e anche le altre multinazionali hanno rivisto al ribasso le previsioni dei ricavi e chiuso il secondo trimestre con risultati deludenti. Nel frattempo l’inflazione ha obbligato, da una parte, i produttori a rivedere in rialzo i prezzi dei prodotti e, dall’altro, i consumatori a ridurre gli acquisti. La guerra -stupida, folle e anche demenziale- tra Nato e Russia in Ucraina ha messo in ginocchio l’Europa, più degli Usa e questo non farà che peggiorare i conti del maufatturiero europeo. Ma, secondo molti esperti di economie di crisi, a resistere meglio in tempi di estrema incertezza, possono essere le piccole e medie imprese, abituate per la loro stessa natura, a far fronte alle difficoltà con una flessibilità spesso inaspettata. Ma quello che stupisce tutti è stata l’estrema fragilità del settore delle tecnologie digitali più avanzate a partire per esempio dal mondo dell’IoT, sia quello residenziale sia quello industriale e dal settore della microelettronica. Qui lo sbando è sotterraneo, imponente e spesso sottaciuto poiché l’ignoranza dei massa media è colossale: l’edificio smart, la casa intelligente, il mondo connesso, i device connessi? Niente da fare, quello che appariva un settore dalle grandi promesse, si è bloccato perché dalle gbrandi fab dei paesi asiatici non arrivano schede, chip, wafer, non arriva quella componentistica evoluta che rende smart, connessi e intelligenti edifici, città, fabbriche, negozi…Un gigantesco affare che la difficoltà della logistica, dei materiali, e anche la difficoltà di trovare personale specializzato in tutto il mondo, la folle guerra voluta dalla Nato e l’inflazione stanno travolgendo.